Vernissage

Martedì
10 settembre 2019
ore 18:00

 

Periodo

dal 10 settembre
al 2 novembre 2019

da martedì a sabato
dalle 8:30 alle 24:00

Chiusure

dal 29 ottobre
al 2 novembre 2019

Casa Verdi

Si avvicina mezzogiorno e in Piazza Buonarroti a Milano alcuni strani individui si dirigono verso una casa dall’aspetto nobile, un piccolo palazzo con una facciata ispirata allo stile neogotico. Sono inquilini della Casa di Riposo, fondata nel 1896 da Giuseppe Verdi, destinata a ospitare musicisti, che dopo una lunga vita, si ritrovano con le tasche vuote. Artisti, che per passione per un’arte che non dà da vivere, hanno trascorso una vita da poveri oppure perché, come disse umilmente Verdi, “semplicemente hanno avuto meno fortuna di me”.

E nonostante tutte le possibili cause per la propria sfortuna: queste persone in realtà hanno fortuna. Chi viene accolto nella Casa di Riposo, almeno per il periodo della terza età, non deve più avere preoccupazioni: Verdi ha lasciato alla sua Casa quello che lui definiva la sua “più bella opera” – la parte più preziosa del suo immenso patrimonio, i diritti d’autore delle sue opere.

Prima ancora che nel 1984 il regista svizzero Daniel Schmid realizzasse il film “Il Bacio di Tosca”, un documento intimo e pieno di tenerezza sui cantanti e musicisti di Casa Verdi, già nel 1981 il fotografo Eric Bachmann assieme al giornalista tedesco Christian Kämmerling aveva realizzato per una rivista svizzera un reportage su questa straordinaria casa per anziani senza precedenti.

Fonte: Testo di presentazione del volume “Casa Verdi”, Edizioni Patrick Frey, Zurigo. Traduzione in italiano di Peter Keller.

Ritratti

Eric Bachmann ha fotografato tutte le grandi star. La lista dei nomi di personaggi famosi che si sono ritrovati di fronte al suo obiettivo è quasi infinita. Chi entra nel suo archivio trova una lunga fila di armadietti in metallo, ordinati alfabeticamente, contenenti negativi e documenti della sua attività durata più di cinquanta anni. Dalla A come Abba fino alla Zeta come il noto ciclista svizzero Albert Zweifel in questi armadietti sono accuratamente conservati gli originali di immagini di grandi personaggi come Sammy Davis Junior, Clint Eastwood, Ella Fitzgerald, Igor Stravinsky e altri ancora.

Eric Bachmann era in grado di raccontare per lunghe ore le storie affascinanti dei suoi incontri con persone famose. Per esempio come un doganiere dell’aeroporto di Zurigo confiscò una bottiglia di whisky, trovata nel bagaglio di John Lennon. Oppure come ebbe occasione di fotografare il compianto Consigliere federale Kurt Furgler, mentre suonava il violino, accompagnato al pianoforte da sua moglie.

Eric Bachmann ha lasciato a future generazioni un archivio ricco di storia, che oggi è curato dal suo figlioccio Dominik Bachmann.

Peter Keller
(sulla base di informazioni e documenti raccolti durante una visita presso la casa di Eric Bachmann)

I ritratti sono stati gentilmente messi a disposizione dal Teatro Paravento di Locarno.

Muhammad Ali

Il 26 dicembre 1971, alle undici di notte, suona il gong: nell’Hallenstadion a Zurigo l’arbitro svizzero Sepp Suter dà il via al primo round dell’incontro di pugilato tra il peso massimo statunitense Muhammad Ali (Cassius Clay) e il suo rivale germanico Jürgen Blin.

Il fotografo svizzero Eric Bachmann ebbe occasione di accompagnare Muhammad Ali durante i dieci giorni della sua permanenza a Zurigo: seguendolo mentre correva nel bosco innevato dell’Uetliberg, accompagnandolo a comperare un paio di scarpe nel quartiere operaio o alle sessioni di allenamento. E infine assistendo all’incontro, terminato già nel settimo round con la sconfitta per KO di Jürgen Blin.

Fonte: Testo introduttivo al volume “Muhammad Ali, Zürich, 26.12.1071”,

Edizioni Patrick Frey No. 165. Traduzione in italiano di Peter Keller.

Biografia

Eric Bachmann

Eric Bachmann (1940-2019) è nato a Zurigo. Nel 1956 inizia un tirocinio triennale di fotografo presso il leggendario Fotostudio Meiner, specializzato in ritratti raffinati della nobiltà dello Zürichberg e dei membri delle corporazioni cittadine.
Durante il suo periodo di apprendistato, il Fotostudio Meiner finisce in una situazione finanziaria precaria. L’apprendista rimane l’unico dipendente e al termine del tirocinio deve minacciare il pignoramento per ottenere l’ultimo stipendio di 60 Franchi.

Dal 1959 Eric Bachmann collabora alla costituzione del reparto fotografia della televisione della Svizzera tedesca (DRS). Ma già nel 1962 lascia l’impiego sicuro e inizia una carriera di fotografo indipendente.

Dal 1963 al 2001 Eric Bachmann realizza numerosi fotoreportage in tutti i cinque continenti e in tutte le zone climatiche. Pubblica i suoi lavori su riviste, quotidiani, libri e espone le sue immagini sulle Isole Shetland, su Leningrado, sugli anni 68 e sulle vicende attorno alla foresta di Gränichen (Gränicher Wald). Allo stesso tempo Eric Bachmann esegue lavori fotografici per l’ente televisivo DRS.

Eric Bachamnn ha pubblicato numerosi volumi. Nel 2014 l’editore Patrick Frey pubblica il libro “Muhammad Ali, Zürich, 26.12.1971”, un volume fotografico di Eric Bachmann sull’unico incontro di box del famoso pugile statunitense in Svizzera. E nel 2016 lo stesso editore presenta il volume “Casa Verdi”, con fotografie che Erich Bachmann scattò nel 1981 nella casa per anziani musicisti a Milano.
Eric Bachmann muore a Kaiserstuhl dopo lunga malattia il 20 febbraio 2019 all’età di 78 anni.

Il testo è tratto dal sito internet di Eric Bachmann ed è stato aggiornato e tradotto in italiano da Peter Keller.

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Corriere del Ticino, Extra, 6.09.2019
La rivista di Lugano, 6.09.2019
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