Vernissage
Sabato
30 aprile 2022
ore 17:00
Periodo
dal 25 aprile al 3 settembre 2022
da martedì a sabato
dalle 8:30 alle 24:00
PROLUNGATA
Aperture straordinarie
8 maggio 2022
26 maggio 2022
29 giugno 2022
Chiusure
dal 16 giugno al 20 giugno 2022
dal 23 luglio al 15 agosto 2022
Ho sempre amato quel genere di fotografia che vuole immortalare l’attimo. Una scintilla di vita più brillante di altre nel susseguirsi di momenti apparentemente simili ma mai uguali. Casuali incontri di umanità dove grazie a sottili empatie si creano dinamiche che permettono di esplorare, anche forse un po’ rubando, momenti intimi. Linee architettoniche che diventano quadri astratti, dettagli di natura che risaltano la complessità e la bellezza del mondo.
È grazie all’insistenza di alcuni miei colleghi che oggi organizzo la mia prima esposizione, all’alba dei 70 anni.
Non ho chiaramente più motivazioni legate alla carriera, ma il mettersi in gioco, forse solo il voler dimostrare che non esiste un età dove “si va in pensione”, ma la vita continua il suo corso, in un processo che porta inesorabilmente avanti, a continue ri-partenze. Fin da giovanissimo, la fotografia è stata il mio grande amore. Il destino ha voluto però che mi dedicassi quasi subito a immagini filmate, relegandola così ad un mio “affare” privato, da esplorare solo a sprazzi. Quello di voler immortalare l’attimo, dove si materializza una scintilla di vita più brillante di altre, la successione di momenti simili tra loro ma mai uguali, casuali incontri di umanità dove grazie a sottili empatie, si possono esplorare, anche forse rubando momenti d’intimità. Linee architettoniche che diventano quadri astratti, dettagli di natura che mostrano la complessità e la bellezza del mondo. Tutto questo, è ritornato con forza a occupare una fetta importante della mia vita. La mia fotografia vuole immortalare l’attimo, dove si materializza una scintilla di vita più brillante di altre, la successione di momenti simili tra loro ma mai uguali, casuali incontri di umanità dove grazie a sottili empatie, si possono esplorare, anche forse rubando momenti d’intimità. Linee architettoniche che diventano quadri astratti, dettagli di natura che mostrano la complessità e la bellezza del mondo. Ho sempre amato quel genere di fotografia che vuole immortalare l’attimo. Una scintilla di vita più brillante di altre nel susseguirsi di momenti apparentemente simili ma mai uguali. Casuali incontri di umanità dove grazie a sottili empatie si creano dinamiche che permettono di esplorare, anche forse un po’ rubando, momenti intimi. Linee architettoniche che diventano quadri astratti, dettagli di natura che risaltano la complessità e la bellezza del mondo.
Biografia
Nato il 23.12.1952
Dopo aver frequentato le scuole dell’obbligo tra il Malcantone e Lugano mi sono iscritto alla CSIA, scuola artistica di Lugano, venendo a contatto per la prima volta con il mondo delle arti e della fotografia. A metà degli anni ’70 mi viene offerta la possibilità di iniziare una collaborazione come assistente di un noto fotografo di moda basilese, esperienza che mi ha permesso di maturare sia nel campo della fotografia in studio, sia sull’uso della luce.
Ritornato in Ticino, ho collaborato con diversi studi fotografici sempre come free-lance, acquisendo esperienze a 360 gradi. Negli anni ’80, l’incontro con il direttore della Polivideo, casa di produzioni televisive, mi offre l’opportunità di lavorare come cameraman. Tentato dalla nuova esperienza ho lavorato per quasi dieci anni, permettendomi di partecipare a grandi avvenimenti come le Olimpiadi di Sarajevo, o a importanti eventi musicali che avevano come protagonisti, nomi illustri della musica classica, luoghi come l’Arena di Verona o il Teatro alla Scala erano diventati per me famigliari. Negli anni ’90 però ho sentito forte l’esigenza di cambiare. Passare da grosse produzioni multi-camera a produzioni più legate alla gente comune, a realtà sociali diverse. Il mondo del reportage e del documentario. Inizia qui la mia collaborazione con la RSI sempre come free-lance. Dal ’96 mi vengono affidati i primi ruoli come regista, non abbandonando però la telecamera. Le rubriche dove vengo spesso chiamato a collaborare sono Storie e Falò. Questo mi permette di toccare le realtà più disparate, sparse nel mondo. In particolare nel 2012, con un collega giornalista, Emiliano Bos, realizziamo un’inchiesta su una vicenda che ha come protagonista un barcone di migranti, che partito dalla Libia e non essendo stato soccorso, vede morire quasi tutti i membri dell’equipaggio. I nove sopravvissuti diventano i protagonisti del racconto. Dopo la ricostruzione dei fatti, la commissione Europea sporge denuncia alla Nato per omissione di soccorso. Questo lavoro sarà poi premiato con il 1. premio Ilaria Alpi, al festival del documentario d’inchiesta. Dagli anni 2000, il mio lavoro si focalizza più su realtà nazionali, realizzando soprattutto, quattro documentari legati ai lavori di Alptransit.