Vernissage

giovedì
2 febbraio 2017
ore 18:00

 

Periodo

dal 31 gennaio
al 22 aprile 2017

da martedì a sabato
dalle 8:30 alle 24:00

Contesto del progetto

“La città fra le acque”, secondo episodio del progetto a lungo termine “The Tokyo Walker”, è tutt’ora in fase di evoluzione. Iniziato nell’estate del 2012, con questo lavoro mi propongo di mostrare il rapporto simbiotico della metropoli giapponese con l’acqua.

Tokyo è in effetti una città marittima che si affaccia sull’omonimo golfo, la cui particolarità è di avere pochissimi accessi pubblici sul mare. La costa in effetti, lungo decine di chilometri dalla prefettura di Chiba fino a sud di Yokohama, dalla parte opposta della baia, è quasi interamente occupata dalla immensa zona industriale e portuale precludendo quasi completamente la possibilità di accedere al litorale.

Numerose sono anche le vie d’acqua che attraversano la metropoli. Oltre ai tre grandi fiumi, Tama, Edo e Sumida, la città è percorsa da numerosi canali artificiali e piccoli corsi d’acqua, in parte navigabili, in parte ridotti a modesti rigagnoli stretti fra la morsa del cemento imperante.

Un altro aspetto sono le numerose isole artificiali costruite a partire dal XIX secolo con lo scopo, dapprima, di difesa militare e in seguito, soprattutto in tempi recenti ed attualmente, con la finalità di consentire alla città, sempre più avida di spazio edificabile, di espandersi.

La scelta di realizzare le immagini durante le ore buie della sera e della notte, mi permette di evidenziare ed enfatizzare il rapporto della città con l’acqua. Da una parte, simbiotico e quindi essenziale e vitale, ma dall’altra ciò che ne scaturisce è la preponderante presenza dell’intervento umano. Ciò è infatti rappresentato dalle luci artificiali che pervadono l’ambiente, illuminando il cielo, anch’esso spesso saturo di acqua, che diventa uno specchio sfuocato della metropoli e solo marginalmente le importanti ed oscure acque sottostanti, con cangianti ed evanescenti riflessi.

Sensazioni e riflessioni

Attorno a me la metropoli è immensa. Si estende sino a dove l’occhio non può vedere dove i neon si annientano nell’oscurità. Me ne vado, camminando nella notte, nei luoghi dove il suono dei miei passi è udibile. Sullo sfondo odo solo la voce della città. Ininterrotta, composita miscela di eterogenee vibrazioni.

Tra il cielo luminoso e l’acqua scura ravvivata da multicolori presenze, rari sono gli incontri con increduli passanti. Il loro sguardo si interroga sulla mia presenza in questi luoghi solitari e anonimi. Ciò mi da conforto, come una prova che sono di fronte ad un paesaggio singolare, lontano dai luoghi comuni, geografici e non.

Seguo le piste d’acqua, mi addentro per piccoli passaggi seminascosti, percorro stradine buie quanto ponti di superstrade alla ricerca di immagini non viste e di suoni non uditi.

Paesaggi urbani sospesi fra il cielo luminoso, specchio informe della città e l’acqua oscura, percorsa da multicolori e vivaci presenze che mi ricordano la moltitudine di anime che freneticamente ci vive.

Calma, silenzio, spazio, luoghi apparentemente deserti confluiscono nelle immagini che mi trovo di fronte. La grande metropoli assume un carattere senza tempo, o dove il tempo si ferma per permettermi di assaporarne un aspetto intimo, soffuso, nascosto quanto fantasmagorico e innaturale.

Matteo Aroldi
www.matteoaroldi.com

Rifflessioni

Al primo sguardo, le fotografie di Matteo Aroldi mi hanno sorpreso ed incuriosito. Infatti della presenza dell’acqua a Tokyo avevo solo qualche reminiscenza dei rarissimi spazi pubblici, che coraggiosamente si affacciano verso il mare altrimenti quasi impercettibile. Dalle mie visite della megalopoli giapponese, ricordo per contro soprattutto la densa conurbazione della miriade di volumetrie addensate che formano un conglomerato urbano tanto saturo da rigettare la presenza degli elementi naturali, in particolare proprio dell’acqua, nonostante sia geograficamente una “città di mare”. Le fotografie del “walker” urbano Matteo Aroldi sono quindi esplorazioni alla ricerca di questo elemento apparentemente scomparso. Ancora oggi, Tokyo cresce ricoprendo il mare e celandolo con la sua cortina infrastrutturale. Le fotografie mostrano però i primi vagiti di spazi urbani di relazione tra città e mare, ad esempio nell’ostentato disegno dell’arredo urbano di una stazione marittima o di una rara passeggiata lungomare. Spazi però ancora inanimati e apparentemente incontaminati dalla vita quotidiana, perché difficili da raggiungere attraverso l’intricato groviglio urbano o perché il mare rappresenta ancora una forza ostile o semplicemente una risorsa produttiva più che attrattiva. La rivalutazione del valore urbanistico dell’elemento acqua dovrà essere quindi accompagnato da un processo culturale di avvicinamento e valorizzazione. L’interesse di queste immagini risiede proprio nel percorso che l’autore compie alla ricerca dell’acqua e della sua valorizzazione.
Aldilà dei valori urbanistici che le immagini suggeriscono, esse esaltano il potenziale estetico e compositivo dell’acqua. I grattacieli s’allungano riflettendosi e le luci si moltiplicano generando effetti cromatici più o meno frastagliati dal quasi impercettibile movimento dell’acqua. La scelta del crepuscolo come scenario permette la sovrapposizione delle volumetrie, delle luci e delle rispettive riflessioni, nonché delle caleidoscopiche cromie, conferendo alla fotografia un carattere pittorico, attraverso il quale apparati infrastrutturali quali viadotti, ponti o chiuse acquisiscono l’ambizione estetica di offrire vere e proprie vedute urbane, nel solco della tradizione rappresentativa classica. Ma l’aspetto che più mi ha intrigato, proprio discorrendo con l’autore, è quello della contrapposizione tra acqua e cielo che le immagini suggeriscono. In molte di esse la linea perfettamente orizzontale dell’acqua unisce e separa i due mondi, quello reale e quello fittivo della sua riflessione. Proprio la presenza dell’acqua sotto forma d’umidità nell’aria condiziona l’effetto plastico e cromatico della riflessione, accentuando o sfumando a pari passo con la presenza od assenza di movimento dell’acqua. E questo mi fa pensare alla descrizione stessa della genesi nel momento della “separazione delle acque in acque superiori e inferiori”, ossia al grado di parentela tra cielo e mare e alla opportunità estetica ma anche simbolica del cogliere questi due elementi in dialogo. Ciò che mi suggeriscono le fotografie di Matteo Aroldi è infine e sintetizzando, proprio la potenzialità urbana, paesaggistica e simbolica dell’acqua. L’acqua e le sue capacità generative rappresentano una grande potenzialità per la megalopoli di sfuggire dalla sua alienante saturazione urbana.

Nicola Baserga

Biografia

Matteo Aroldi

Matteo Aroldi, fotografo professionista dalla fine degli anni 80, si occupa prevalentemente di soggetti e temi legati all’architettura, al paesaggio urbano e alla natura.
Collabora costantemente con numerosi architetti per i quali fornisce servizi fotografici di architettura e interni.
Ha al suo attivo numerose mostre personali e collettive in Svizzera, Italia e Giappone.

Riconoscimenti
JPS Awards 2009 (Japan Professional Photographer Society, concorso nazionale)
SBF Awards 2008 (Fotografi Professionisti Svizzeri, concorso nazionale)

Esposizioni recenti
2016
“Zone d’ombra – Frammenti di memorie urbane”, Visarte in mostra, Casa Serodine, Ascona, Svizzera, collettiva
“Matsuri” – Japan SunDays – WOW Spazio Fumetto, Milano, Italia, personale

2014
“Floating Islands” – Hakone Museum of Photography, Hakone, Giappone, personale
“The Tokyo Walker: la città fra le acque” – Galleria Job, Giubiasco, Svizzera, personale
“Matsuri” – Japan Matsuri, Bellinzona, Svizzera, personale
“Japanese Gardens” – Festival delle Camelie, Locarno, Svizzera, personale

2013
“Il respiro del lago” – Foyer OAG Haus, Tokyo, Giappone, personale
“Faded Memories from Tohoku” – Light from 3.11, Foyer OAG Haus, Tokyo, Giappone, collettiva

2012
“A Day at a Kendojo” – 12×7, Museo Casa Cavalier Pellanda, Biasca, Svizzera, collettiva
“Faded Memories from Tohoku” – 3331 Arts Chiyoda, Tokyo, Giappone, collettiva

2011
“Il respiro del lago” – Hakone Museum of Photography, Hakone, Giappone, personale
“A Day at a Kendojo” – Zen Photo Gallery, Tokyo, Giappone, collettiva
“Mani nel tempo” – Foyer OAG Haus, Tokyo, Giappone, personale
“Jazz, Live Portraits” – Club Livre, Tokyo, Giappone, persona

2010
“Japanese Gardens” – Festival delle Camelie – Locarno, Svizzera, personale

2008
“The Tokyo Walker: incontri effimeri nelle strade di Tokyo” – La Cambusa, Locarno, Svizzera, personale

Vernissage

Stampa

La Regione, 02.02.2017
Rivista di Lugano, 03.02.2017
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